Pechino, SportAccord Combat Games 2010. Cronaca di una splendida avventura.
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La Nazionale Italiana agli SportAccord Combat Games di Pechino
27 agosto 2010. Julia Klammsteiner prende il treno che da Bolzano la porta a Milano, da Linate vola a Fiumicino dove sono già ad attenderla gli altri tre guerrieri del team italiano: Lamberto Raffi, Bernardo Serrini e Ciro Ruotolo. Alessandro Federico e Barbara Pircher, i coach, hanno un altro volo che perde uno scalo per problemi tecnici nella rotta Milano-Abu Dhabi; perderanno la cerimonia d'apertura dei giochi del 28 sera, dove fortunatamente i ragazzi della Nazionale hanno presenziato orgogliosamente: portabandiera il veterano Bernardo Serrini.
L'organizzazione è colossale. Se si era potuto percepire qualcosa dall'esterno, guardando i file video di presentazione e il programma dei giochi, posso assicurare che l'impatto appena atterrati all'aeroporto di Pechino è stato notevole.
Cerimonia di Apertura dei Combat Games
Al nastro di ritiro dei bagagli si potevano già notare dei tabelloni di pubblicità dei Sportaccord Combat Games con il Dong Dong, la mascotte dei giochi. Successivamente, nel tragitto che porta i passeggeri arrivati sino all'uscita dell'aeroporto, un tabellone ogni 15-20 metri ti indicava dove trovare informazioni sui giochi. Giunti all'ingresso dell'aeroporto, troviamo uno stand con una decina di volontari in uniforme della Sportaccord che hanno tutti i nomi dei partecipanti ai giochi, questi ci scortano, dopo esser stati radiografati da sospettosissimi poliziotti, verso la navetta, accompagnandoci prima ovunque chiediamo di andare, al bagno, al bar, all' ATM (bancomat). Il tragitto che la navetta compie dall'aeroporto al Beijin Friendship Hotel, è molto lungo, e si attraversa un arteria cittadina modello raccordo anulare; la città, non diversa da qualsiasi altra metropoli che io ricordi personalmente, Los Angeles, Istanbul, Roma... il centro storico è una cosa, il resto sempre uguale, palazzi ammassati, strade tempestate da caos e grigio smog. Una cosa mi colpisce, ogni 50 metri per mezz'ora di strada, vedo la bandiera dei Combat Games esposta sui pali della luce. Non ne è stato lasciato uno sguarnito in tutta la città. Giunti all'hotel, mi rendo conto che non si tratta di un normale albergo, ma di una enorme struttura concepita a mo' di paesino, con una serie di palazzine tutte dedicate a settori diversi dell'organizzazione. All’ingresso ci sono guardie che ti scrutano per intravedere la presenza di qualche abusivo. I metal detector sono ovunque ci sia un ingresso, al palasport, all'hotel, in metropolitana, le guardie anche su ogni piano dell'albergo, ce ne sono anche nelle toilettes ! Anche la città ha un poliziotto ogni 20 metri, in assetto da guerra davanti ai bancomat e in massa in prossimità di località turistiche. I volontari e i cinesi in genere sono delle persone cordialissime e disponibili, mai ho avuto la sensazione di trovarmi così a mio agio a contatto con degli sconosciuti, me ne ricorderò a lungo. Il servizio nell'hotel era impeccabile, in stanza venivano la mattina e il pomeriggio, trovavi sempre tutto ordinato; chiaro che da un lato c'era la gentilezza e dall'altro c'era una latente percezione di essere un po' controllato. La cucina del ristorante era di una qualità inaspettatamente sublime, con dei buffet che hanno messo a dura prova gli atleti che dovevano contenere il peso, fra i quali anche qualcuno dei nostri. Passiamo al 29 di agosto, una navetta parte ad orari ben precisi dal retro del Friendship Hotel, per portare gli atleti, wrestler, sambisti, pancratisti e kickboxers, nel medesimo palasport d'allenamento. Sono state assegnate delle fasce orarie suddivise per categoria di peso; a me questa cosa che Ciro, Julia, Lamberto e Bernardo debbano allenarsi con i propri futuri avversari che li possono osservare non garba molto; così nei giorni a seguire improvvisiamo, vedendo che su questa cosa non c'è molto controllo; anzi cerchiamo proprio di andare sul tardi. L'unico problema rimangono le navette, per cui certe fasce orarie sono comunque da rispettare. Percepisco subito una cosa: Julia è nervosissima e temo si possa infortunare; inoltre la sua futura avversaria polacca, passa tutto il pomeriggio lì e quando ci siamo noi non fa altro che guardarci. Ciro è un pitbull con una condizione fisica fenomenale, frutto di duro lavoro, ha il suo gioco che lo ha portato sino a Pechino, vanno seguiti i suoi avversari, perché riceva delle dritte in gara. Lui è concentratissimo e quando non mangia, s'allena o dorme è concentrato sulla gara ma è molto sereno, non subisce tensione dalla gara, questo è positivo, inoltre risulta essere un personaggio che risulta simpaticissimo e molto singolare; ci siamo proprio divertiti. Ciro è una di quelle persone alle quali t'affezioni subito. Bernardo mi accorgo subito che è padrone di un'esperienza e un bagaglio tecnico che probabilmente pochi hanno in Italia ed oltre ad essere una persona di cultura ed esperto di fotografia, dotato di un sottile e divertente umorismo inglese o... livornese, osserva anche i suoi avversari, studiandone le tendenze strategiche. E' molto allenato, durante i rolling pre-gara combatte in grande scioltezza e trasmette serenità e tranquillità agli altri; combatte spesso con Julia, dandole preziosi consigli di cui faccio anch'io tesoro. Lamberto ha una grossa dose di umorismo che sprizza da tutti i pori, scherza in continuazione e quando s'allena, anche lui va molto tranquillo, corre molto per tirar giù il peso, quando fa sparring, per quanto piano vada con noi piccolini, da comunque l'impressione d'essere un caterpillar. In questi due anni in cui si è dedicato al grappling, i risultati sono strabilianti. Anche se va piano, appena ti tocca son dolori... Col passare dei giorni sarà più teso, sentirà di più la gara, ma sa che è tra i favoriti, glielo diciamo in continuazione. Gli ultimi due giorni sarà anche raffreddato. Fortunatamente avevo con me una scorta di Supradyn che gli ho immediatamente rifilato, sperando di tamponare un po' l'indisposizione. Il primo memorabile combattimento di Lamberto, lo possiamo ricordare io e Bernardo in esclusiva al mercato cinese, dove per l'acquisto di un kimono tradizionale, la trattativa a ribasso del prezzo lo coinvolge con le commesse in una battaglia senza esclusione di colpi...alla fine vince Lamberto che ottiene il Kimono ad un prezzo così basso che non possiamo riferire nel dettaglio.
I "nostri" in giro per Pechino
A Julia, in albergo, cominciano a sfilare davanti le concorrenti tra cui Sheila Bird, respirare nella loro stessa sfera d'azione non lascia certo sereni; lo sguardo della Irene Preiss e di Tara La Rosa non lasciano sereno nemmeno me, sono esperte, professioniste, allenate, determinate, vecchie volpi. Tra gli avversari di Ciro troviamo guardie pericolosissime dalla Francia, Svezia e Spagna, oltre che un già noto indomabile polacco. La categoria di Bernardo vede nelle sue file the king Pierre Louis David, mentre sono più nell'ombra presenze comunque insidiose come quella bulgara e tedesca. I 90 kg sono sulla carta i più pericolosi, presentando con la scuola di Sakuraba il già conosciuto Takanori Kuno e un imprevisto nuovo giapponese, Shirai. Abbiamo poi subito notato in sala ristorante il campione mondiale Nilsson, svedese, oltre che il nazionale di Judo spagnolo pericolosissimo José Rodenas Garcìa e il forte polacco Tyszka. I giornalisti, cameramen e fotografi si sprecano e ci seguono dalla sala d'allenamento del palasport dove siamo quotidianamente presenti, sino all'hotel. Molti volontari dei Combat Games e semplici civili, chiedono di farsi la foto con gli atleti italiani. Piacciamo ai cinesi. Nella sala d'allenamento ci sono tre cerchi da lotta e due grosse materassine da allenamento per karateka e kickboxers, fra cui notiamo un folto gruppo della Nazionale del maestro-presidente Ennio Falsoni, una delle persone che hanno fatto un pezzo di storia delle arti marziali in Italia. Nella nostra sfera di sorveglianza, oltre ai nostri futuri avversari, non posso far a meno di notare i sambisti che si allenano fra di loro; orecchie a tortellino bolognese, volti dagli occhi a mandorla col naso e la fronte schiacciati, dalla pelle olivastra-scura; leggo sulle giacche, Kazakistan e simili. Ci sono ovviamente anche i russi, uno dei quali saluta Lamberto con ammirazione, lo guardo bene, ha tutti i denti d'oro, stile Tyson; al di la’ di alcune eccentricità, sono signori atleti e si muovono in piedi e fanno leve alle braccia e ai piedi in modo molto esplosivo ed incisivo. I giochi per loro trovano spazio dal 3 al 4 di settembre. Il coriaceo Ciro si diletta a fare un po' di sparring con un loro 68 kg e ne esce affascinato, ma non certo battuto. Nelle serate successive notiamo che i russi però non sono a cena con noi, ma la Federazione di Sambo si è procurata un'ala dell'hotel, dove hanno allestito feste, ristorante per loro e musica folkloristica. Scopro poi che oltre a medici e fisioterapisti, si sono portati in missione anche il parroco ortodosso e un seguito di mogli, rigorosamente oltre il metro e ottanta, presenti alle serate di gala. Il presidente della federazione mondiale di Sambo sembra sia attualmente niente popo' di meno che Vladimir Putin. Avevamo modo di conoscere anche il Maestro milanese Roberto Ferraris, presidente della Federazione Italiana Sambo, amico di Lamberto, che si dimostrava una persona seria, simpatica, cordiale e appassionatissima. Al controllo del peso, i nostri 4 guerrieri erano dentro al pelo, eccetto Julia che si trovava fin troppo dentro con 58 kg. Veniamo all'evento: la giornata del 2 settembre s'inaugurava per noi con il primo combattimento di grappling dei giochi, proprio tra Julia Klammsteiner e la già conosciuta avversaria svedese, veterana da Lucerna a oggi. Julia, dimostrava quanto sia migliorata da Lucerna a oggi, sfoderando una fulminante proiezione con atterraggio in side mount, che però nel corso del match non sapeva gestire lasciandosi riprendere e sorpassare di misura ai punti dall'avversaria; questo sarebbe dovuto essere l'unico suo incontro facile. Delusione oltre che rabbia per tutti, l'ingenuità e l'inesperienza hanno travolto la nostra ragazza che era la più giovane tra le sue avversarie.
Julia in controllo sull'atleta svedese
Ciro trovava un'occasione di rivincita con lo spagnolo Polo, avversario 2 volte al mondiale e vincitore contro l'atleta campano per squalifica nel NOGI e sconfitto da Ciro nel torneo GI . Studiavamo a lungo come avrebbe dovuto affrontare una guardia così insidiosa, ma nessuno se non un atleta come Ciro può essere adatto a contrastare una buona guardia in un contesto no-gi. Così è stato, il martellamento strategico dei giorni precedenti è stato positivo, Ciro riusciva a marcare un punto con un takedown iniziale e a gestire l'avversario e il vantaggio per tutto il match, uscendo da numerosi pericoli, tra cui un triangolo e un omoplata.
Ciro contro il nazionale spagnolo
Arriva la volta di Bernardo che si trova contrapposto al campione di Cracovia David che ripete il match polacco: entra su Bernardo con un double leg e marca un punto che gestirà furbescamente per tutto il match. E' un grappling da punto, ma a certi livelli, è saggio accontentarsi. David vincerà anche questa gara, battendo in finale il polacco Lukaszewicz. E' la volta del nostro caterpillar Lamberto che si trova a dover affrontare il giapponese sconosciuto, Shirai. Il match ha poca storia, il giapponese viene rovinosamente portato a terra e travolto in monta, soffocato da uno schiacciamento petto contro volto che lo lascia senza conoscenza per qualche secondo; il tutto in meno di un minuto. Lamberto non ha nemmeno sudato, meglio così.
Nel frattempo la gara va avanti e studiamo le mosse degli avversari. Le donne, oltre all'affermata Sheila Bird, notiamo che sono tutte fortissime. Irene Preiss finalizza in poco tempo la campionessa europea, la francese Talvard, sostituta della nota Cousin; la ucraina new entry, ha un kesa gatame devastante che quasi mette ko Tara La Rosa. Si presenta ardua l'impresa per la nostra Julia. Nei 70 kg uomini notiamo che sono tutti pericolosi, in particolare il francese Husson con una guardia insidiosissima, e un forte e completo atleta polacco che nell'altra pool batte 4 a 0 il quotato americano Le Cuyer. Negli 80 kg vediamo l'atleta bulgaro Savov portare allo svenimento l'atleta tedesco Jannsen con una ghigliottina da in piedi. Il tedesco, ottavo a Cracovia, passa così per essere considerato da tutti innocuo, viene sottovalutato. Nulla di più sbagliato. In certi momenti si tende ad esorcizzare i propri timori cercando di vedere ciò che vorremmo, e non si è più obiettivi. Sappiamo benissimo che con una ghigliottina fortunata, tutti possono essere finalizzati a sorpresa, ma non significa nulla. Nei 90 kg, sapevamo tutti che la pool di Lamberto annoverava fra i suoi avversari il pericolosissimo polacco Tyszka. Nell'altra pool, Kuno, Garcìa, Nilsson e Biloshapka se la sono anche vista brutta.
Il Coach Alessandro Federico mentre fa da angolo a Lamberto durante la Finale per il bronzo
Secondo turno: Julia si trova contrapposta alla francese Talvard, con la quale ingaggia un bellissimo match, perso purtroppo ai punti. A Ciro tocca il bulgaro Kamenov, liberista adattato al grappling, che gestisce tatticamente i vantaggi accumulati in piedi, difendendo a parer mio molto passivamente al suolo. Spiego a Ciro che io un anno fa ho perso 1 a 0 con lui agli Europei in Lituania proprio così e quindi di stare attento a non farsi portare e terra, perchè poi da lì i minuti restanti con questo personaggio potrebbero non bastare per recuperare. Purtroppo finirà proprio così, 3 a 2, in una bella copia dell'incontro che toccò a me. Ciro era superiore, ma il bulgaro è stato più furbo e comunque strategicamente non ha fatto una grinza. Se avessi arbitrato io, probabilmente avrei comminato una sanzione per passività al bulgaro, ma è andata così. Bernardo affrontava poco dopo il tedesco Janssen che, a sorpresa, gli prendeva la schiena e applicava un rear naked choke senza via di scampo che lo costringeva alla resa. L'avevamo sottovalutato. Il prezzo per Bernardo è stato amaro. Porto con me un rimorso per aver detto a Bernardo che secondo me il tedesco era provato dall'incontro prima essendo svenuto per la ghigliottina subita dal bulgaro. Bernardo sapeva già che il tedesco a Cracovia era arrivato ottavo e non si era particolarmente distinto. Purtroppo su di lui ci eravamo sbagliati. Lamberto affrontava poi il serbo Rokovic che travolgeva in un battibaleno con una proiezione e, sulla caduta, gli piombava sopra costringendolo alla resa per il dolore provocatogli ad una spalla. Durata del match: una manciata di secondi. A quel punto ho cominciato a credere all'esistenza dei supereroi! A Julia toccava quindi l'ultimo incontro di pool contro la forte e brava polacca Irene Preiss, che come già fatto alle altre due avversarie, triangolava Julia costringendola alla resa dopo circa 4 minuti di match infuocato. Irene perderà poi la finale dei giochi con Sheila Bird. Rischiava di fare la stessa fine Ciro contro il bravo guardiero francese Husson, che si doveva però accontentare di vincere contro il nostro atleta azzurro solo per 10 a 2. Ciro si batteva come un leone, ma il francese era decisamente superiore tecnicamente. Husson in seguito perdeva la finale per l'oro con il polacco Polok. Veniva il turno di Bernardo, che visibilmente ferito nel suo forte orgoglio di combattente per la sorpresa dell'incontro precedente, dava tutto se stesso contro questo ostile bulgaro, un 90 kg naturale, tirato al pelo per la gara, ghigliottinatore, che purtroppo lo molestava per tutto il match con questi arti lunghissimi, entrando con ghigliottine da tutte le angolazioni, riuscendo a strappargli, all'overtime, un timido 2 a 0 dettato da un dubbio passaggio di guardia durato al limite dei previsti 3 secondi. Ora Lamberto si trovava a dover affrontare questo bisonte polacco, ventenne, fortissimo e molto tecnico. Lamberto riusciva inizialmente a rotolare a terra con lui riuscendo quasi a prendergli la schiena, ma è qui che si sprecavano molte delle sue energie; Lamberto dava tutto nel tentativo di conquistare questa posizione, che purtroppo non riusciva a consolidare e dalla quale si ritrovava a dover di nuovo affrontare questo ragazzone in piedi. Il resto del match si traduceva in uno scontro tra titani che culminava in una ghigliottina piena che Lamberto tirava buttandosi in guardia e che non so come abbia potuto difendere il suo avversario. Qui negli ultimi 30 secondi, vedevamo purtroppo Lamberto, costretto in guardia a seguito della fallita ghigliottina, provato e col polacco che all'ultimo gli passava la guardia montandolo e rosicchiando così tre punti che lo portavano a vincere il suo torneo di pool. Tyszka vinceva poi anche la finale del torneo contro lo spagnolo Garcìa. Così vedevamo Julia disputare la finale per il 7° posto che perdeva con la coriacea ucraina Syniavina, a parer mio futura rivelazione per il grappling femminile internazionale. Ciro disputava la finale per il 5° posto contro lo svedese Heddenbergh, che perdeva finalizzato quasi subito da una fulminante ghigliottina. Bernardo si trovava a disputare la finale per il 7° posto dove dava sfoggio di tecnica sopraffina contro l'ungherese Mathe, vincendo per rear naked choke, dopo un dominio incontrastato del match dove sembrava di vedere un video didattico su tutto quello che è possibile fare durante un incontro di Grappling.
Bernardo in un tentativo di finalizzazione contro l'ungherese
Lamberto si trovava così a dover disputare la finalina per il bronzo, contrapposto al campione mondiale in carica, lo svedese Nilsson. Lamberto notava insieme a noi che lo spagnolo Garcìa, aveva battuto lo svedese mantenendo il gioco in piedi, marcando così un punto di takedown. Lamberto faceva tesoro della dritta e impostava l'incontro in piedi, dribblando magistralmente le ammonizioni per passività dell'arbitro sempre in agguato che due volte lo ammoniva verbalmente. Vinceva così la medaglia di Bronzo aggiudicandosi per uno a zero la finale.
Lamberto vince il bronzo battendo il campione del mondo in carica
La gioia di tutti quanti noi al suo angolo è stata tanta. Il resto sta nelle telefonate e negli sms di Lamberto. Io penso solo di aver conosciuto un personaggio che al di la della medaglia di Pechino, è proprio un fenomeno, un vero atleta, un guerriero aperto, non arrugginito su una sola disciplina. Pechino non era certo la gara della sua vita, per un atleta che nel Judo ha vinto e vince ancora tanto, tanto ha fatto e farà nel Sambo e chissà cos'altro. Lui due settimane dopo Pechino si troverà in Spagna per una importante gara di Judo; a fine mese in Russia per un internazionale di Sambo: questi sono atleti. Atleti che non si fermano, fanno sacrifici, Lamberto ha un lavoro, una famiglia, la palestra dove oltre ad allenarsi insegna. Lamberto è la più evidente dimostrazione che quello che una volta ho sentito dire da un altro mitico personaggio, Giorgio D'Alessandro, è vero: la lotta è lotta, non c'è una scuola superiore. Non ci deve essere limite. Tu ti devi costruire il tuo sistema lottando in tutti i modi e confrontandoti con più scuole possibili. Lamberto dimostra questo: se tu hai praticato seriamente e bene uno stile di lotta qualunque esso sia, nel suo caso il judo, sarai in grado di adattarti a qualsiasi regolamento in poco tempo; insomma, se sei un lottatore con la L maiuscola, lo dimostrerai in qualunque contesto. E' l'atleta che rende grande la lotta, non il contrario. Se sei un fesso lo sarai qualunque cosa tu pratichi. Pochi giorni con lui sono stati eccezionali, fortunato chi lo ha come guida. Grandi tutti: Julia, Ciro, Bernardo, Lamberto. Mi dispiace che non sia andata proprio benissimo, ma come si dice nel BJJ: oggi piove, domani c'è il sole. Un grazie particolare alla Professoressa Barbara Pircher, che ci ha assistito durante gli allenamenti e la gara con macchina fotografica e cronometro sempre attivi, oltre ad averci fatto da filtro con l'organizzazione dei giochi, mantenendoci sempre informati su tutto quanto ci accadeva intorno e sul da farsi di minuto in minuto. Sport è bello.
Alessandro Federico
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